
Igino Panzino
Euphoria
Dal 1 al 28 maggio 2025
Scheda critica
Precedute da un’azione di indagine e recupero nelle strade diventate scenario di incontro con una realtà frammentata e marginale, le opere inscatolate di Igino Panzino – riunite sotto il nome Inventari – prestano il fianco a infinite considerazioni e si dispongono come un piccolo inventario semantico.
Di quelli abituali a Panzino fin dagli anni Ottanta. Solo che qui i reperti non sono più le regolari e ordinate tessere di carta spillate in un raffinato gioco di ombre, ma imprevedibili residui di umile e povera consistenza, raccolti occasionalmente e diventati simbolo concreto e tangibile di un reale sconosciuto nella sua interezza.
Come il poeta che lavora sulle parole e ne ricerca la sostanza più vera spogliandole del superfluo, così l’artista va al cuore delle cose e ne intuisce il segreto che nascondono. Così i piccoli e banali ritrovamenti subiscono una evidente metamorfosi e si trasformano in talismani insoliti, in dispositivi di accresciuto senso della composizione divenuta una leggera, delicata, lirica visiva. Nel cuore delle composizioni plastiche, in strutture tridimensionali di piani slittanti, si racchiude un frammento di reale. Piume, pietre, cocci, ramoscelli, retine, carte strappate diventano, nella struttura compositiva, segni simbolici di un vagabondaggio intellettuale che medita su ciò che appare trascurabile, sull’inutilità apparente delle forme, sugli scarti del quotidiano, in poche parole su ciò che costituisce l’essenza delle cose esaurita la loro funzione originaria.
testo critico di Mariolina Cosseddu.
Biografia
Igino Panzino, vive e lavora a Sassari. Qui studia presso l’Istituto d’arte, con la direzione di Mauro Manca, come allievo di Aldo Contini, Paola Dessy, Gaetano Pinna e Giovanna Secchi. Nel clima ideologizzato DEGLI ANNI SETTANTA inizia la sua attività di artista che si concretizza nella prima mostra collettiva intitolata “Geografia/4”, tenutasi a Roma presso la galleria Artivisive di Sylvia Franchi, un’indagine sulle realtà artistiche periferiche. Alla fine degli anni Settanta aderisce al Gruppo della Rosa, fondato da Aldo Contini e di forte impronta concettuale. Il linguaggio neocostruttivista percorre tutta la sua carriera, anche nelle più recenti opere pubbliche realizzate a partire dalla fine degli anni Novanta. Panzino ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero.
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